Come promesso rieccoci a parlare con Stefano Scarselli per cercare di entrare ancora più dentro al mondo del ciclismo ascoltando la voce del Meccanico
Ciao, Stefano, l'altra volta ci hai detto che ti sei trovato bene in tutte le squadre in cui sei stato, ma come ti sei trovato con i ciclisti? Quale è il rapporto tra meccanico e ciclista?
Mi sono trovato bene con tutti quelli con cui ho lavorato. Quello tra me e loro è sempre stato un rapporto di grande fiducia e stima reciproca anche se non era individuale: ora alcuni ciclisti hanno un meccanico dedicato, ma all'epoca noi meccanici lavoravamo con tutti i ciclisti della squadra. Il settaggio della bici però era più personale, oltre ai rapporti si sceglieva il telaio, che all'epoca era in acciaio e poteva essere più o meno leggero.
Hai lavorato con molti campioni come Cipollini, Nibali, Petacchi e Cancellara, solo per citarli alcuni..per te, quale ha lasciato di più il segno?
Sono tutti dei grandissimi ciclisti e tutti hanno fatto la storia di questo sport ma secondo me Cipollini è avanti a tutti. Oltre ad essere un grande in gara è il professionista per eccellenza e il suo essere meticoloso e perfezionista nel settaggio della sua bici lo ha portato a delle innovazioni tecniche che forse nemmeno ora sono arrivate a tutte le squadre. Per me, da meccanico e amante del ciclismo è stato il migliore di tutti!
A questo proposito, visto che tu sei stato per più di 20 anni nel mondo delle corse, puoi dirci come è cambiato dall'inizio della tua carriera a ora?
Da punto di vista tecnico l'evoluzione più grande è stata proprio nei telai, dai nostri pesanti in acciaio si è arrivati quelli moderni ultraleggeri. In realtà è proprio la concezione generale della bicicletta che è cambiata: noi facevamo i telai su misura per il ciclista, con il peso calibrato, oggi invece è il ciclista che si adatta a misure prestabilite di telai leggerissimi.
E come è stato l'avvento degli Americani?
Nel '97 quando entrarono nel mondo delle corse ciclistiche hanno preso a modello proprio noi italiani. Ora ci sono avanti grazie al marketing, che sanno fare molto bene, ma quanto a manualità i meccanici italiani non hanno niente da invidiare a nessuno!
Grazie mille Stefano, per averci portato dentro la storia del ciclismo come non l'abbiamo mai vista e grazie per averci fatto scoprire ancora una volta com'è il mondo delle corse professionistiche visto con gli occhi del meccanico!