Lucca e l'acqua, dai Romani all'Illuminismo!


Chi viene a Lucca resterà sicuramente colpito dalla ricchezza di fontane, da quelle monumentali al centro delle piazze a quelle nascoste  negli angoli e nei vicoli, che non fanno la gioia dei bar ma ristorano le passeggiate dei visitatori di questa città, che ha un legame particolare con l'acqua.
Lucca in epoca romana forse era servita da un acquedotto sotterraneo che riforniva le ricche domus e i suoi cittadini amavano immergersi nelle vasche delle terme, visibili sotto la Chiesa di S. Giovanni. Con la caduta dell'Impero la città ebbe i suoi guai con l'acqua e rischiò di essere travolta dalla piena del fiume, fortunatamente fermata dal miracolo di S. Frediano, che tracciando un solco con un rastrello deviò il suo corso; ebbene si, secondo la tradizione fu un monaco Irlandese a salvare la città. Da allora per secoli Lucca attinse l'acqua dai pozzi, spesso al centro delle caratteristiche e pittoresche corti medievali. Nel '700, quando in tutta  Europa si diffondeva l'Illuminismo e nelle città si aprivano piazze luminose, grandi viali alberati e fontane monumentali, anche a Lucca si progettò di costruire un acquedotto, mai realizzato.
Per fortuna nel 1822 Maria Luisa di Borbone, Duchessa di Lucca, decise che era arrivato il momento di dotare Lucca di questa infrastruttura necessaria ad una città che voleva assomigliare ad una piccola capitale europea e che all'inizio del secolo aveva il suo viale alberato, Via Elisa, la sua piazza centrale, Piazza Napoleone e si stava dotando di belle fontane, di un teatro alla moda e di una sua Università. Fu incaricato del progetto Lorenzo Nottolini, il più grande architetto lucchese del tempo, autore del restauro di Piazza Anfiteatro, della Fontana di piazza Antelminelli e di molte altre opere; egli  realizzo un acquedotto monumentale ispirato a quelli degli antichi romani, con 460 arcate che da Guamo portavano l'acqua in città. Il progetto iniziale prevedeva di far arrivare l'acquedotto fino in città attraverso il baluardo San Colombano ma l'architetto fortunatamente decise di preservare l'integrità delle belle Mura rinascimentali, diventate poi il simbolo di Lucca. Le arcate si fermano infatti a S. Concordio, convogliando l'acqua in una cisterna che all'esterno prende la forma di un elegante tempietto neoclassico in stile dorico; da qui un ingegnoso sistema di tubi di ferro passa sotto S. Colombano e porta l'acqua in città. Oggi il capolavoro del Nottolini, dismesso il suo scopo originario, è un bellissimo monumento che Tuscany Ride a Bike propone di scoprire con una bella passeggiata in mezzo al verde della piana di Lucca seguendo il percorso dell'acqua a ritroso da S. Concordio a Guamo, fino al luogo detto “Le Parole d'oro” per una scritta in ottone sull'acquedotto scambiata dagli abitanti per oro. Questo è un luogo meraviglioso dove le opere di ingegneria idraulica si fondono con la natura: cisterne, canali, un tempio circolare, tutto immerso nel verde, su balze e terrazze artificiali. Il luogo ideale per un picnic o per le passeggiate romantiche, molto amato di lucchesi, insomma una meraviglia che non vi deluderà!

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